Firenze fronteggia la turistificazione

Nucleo fiorentino di SET- South Europe facing Touristification:

A Firenze e in Toscana il turismo globale si presenta come monocultura industriale, estrattivista e colonialista. Un’industria pesante che, in città e territori in piena recessione economica, crea dipendenza vitale, ma che, esportando i capitali, impoverisce – anche economicamente – le città d’arte.

È un’industria che estrae ricchezza privata da un patrimonio monumentale collettivo che il turismo stesso, pur traendone essenziale nutrimento, consuma irreversibilmente.

Un’industria che opera una violenta appropriazione dello spazio pubblico, nuova terra nullius.

 

 

Che determina le politiche urbane. Che travolge i quartieri popolari, che coniuga speculazione immobiliare e selezione sociale. Che crea deserti, recinti e repressione, e militarizza la città.

Le politiche miopi di amministratori abbacinati dall’economia di rapina sottraggono alla cittadinanza le occasioni per una riconfigurazione urbana, imperniata sui luoghi di aggregazione, socialità e accoglienza non mercificate. E precludono il ridisegno delle campagne fondato su agricoltura contadina, cooperazione rurale e convivialità.

L’industria turistica, non governata, dilania il tessuto sociale.

La falsa narrazione dell’economia della condivisione diventa un potente strumento di atomizzazione dei residenti, così come il lavoro precario lo è stato per le classi lavoratrici. Nuovi soggetti prorompono sulla scena, nuove concentrazioni immobiliari si impongono. Favorite dalle recenti forme di autoimprenditoria, arricchiscono le varie piattaforme del B&B, desertificando la città. Nel centro storico di Firenze, più di un appartamento su cinque è affittato ai turisti, e rubato così alla residenza.

La mutazione della casa da diritto a merce, acuita dall’obliterazione dell’edilizia residenziale pubblica, fa il gioco del turismo globale ed espelle famiglie e lavoratori dal centro città e dalle campagne di pregio.

La precarizzazione del lavoro ha determinato la creazione di un esercito di addetti nel settore del turismo: mal pagati, e peggio tutelati. Un universo oscuro e insondabile di esistenze infelici.

La privatizzazione dei beni comuni e il decentramento funzionale si sono resi complici della regressione del welfare urbano: i servizi al cittadino, sempre più rari, distanti, inefficienti e costosi, sono sostituiti da servizi di lusso e spazi musealizzati utili solo alla clientela internazionale.

La liberalizzazione delle licenze ha ridotto il tessuto commerciale a unico grande mangificio per clientela mordi e fuggi che consuma alimenti industriali e malsani, e produce montagne di rifiuti da smaltire localmente.

L’industria turistica, non governata, devasta il territorio e l’ambiente.

Rendita e capitale finanziario proliferano sulla vendita sottocosto del patrimonio immobiliare pubblico. Ex conventi, ex caserme, ex assessorati, ex fattorie sono alienati con aste al ribasso. Venduti sotto costo, i complessi immobiliari si mutano inesorabilmente in strutture ricettive di lusso e sono sottratti all’uso collettivo.

La speculazione finanziaria e immobiliare esige il vuoto pianificatorio. Piani e regolamenti sono zelantemente redatti in forma di menu à la carte per soddisfare l’appetito dei grandi investitori.

La mancata programmazione dà in pasto il territorio ai promotori di grandi opere. Parcheggi interrati, nuove penetranti urbane e autostrade, nuovi aeroporti e tunnel TAV rischiano di compromettere drammaticamente l’ecosistema urbano e territoriale.

Le vertenze urbane già in atto si acuiscono nella cornice del land grabbing e del sacco di Firenze.

L’azione del neonato nucleo fiorentino SET-South Europe facing Touristification si innesta perciò su un quadro di lotte già presenti sul territorio. Dalle vertenze sulle grandi opere, alla lotta per il diritto alla casa e allo studio; dalla resistenza urbanistica, al contrasto alle nocività incombenti sulla Piana; dalla produzione autogestita di informazione alternativa, alla sperimentazione di nuove modalità di vita extraurbana su terre pubbliche.

Il fenomeno del turismo globale consegna la città alle multinazionali, ai padroni della nuova industria pesante neocapitalistica. Un fenomeno che sta colonizzando Firenze, la Toscana, l’Italia, il Sud Europa e i paesi del Mediterraneo, ad uso e consumo dei vacanzieri globali. È necessario fermare questo processo. Mettere sabbia negli ingranaggi. È urgente insorgere, prendere il possesso della città e il controllo delle sue trasformazioni, per restituire dignità alla vita urbana e rurale.

 

Prime adesioni:
Ark Kostruendo – Assemblea Cardatori – Comunità di resistenza contadina J. Laronze – CSA Next Emerson – La Polveriera Spazio Comune – Mondeggi Bene Comune/Fattoria senza padroni – perUnaltracittà Firenze – Spazio InKiostro

*SET-Firenze